Redirect: cos’è e a cosa serve

Un redirect è un’istruzione che trasferisce automaticamente un utente o un motore di ricerca da un URL a un altro. È una soluzione strategica per evitare errori, mantenere l’autorità SEO e ottimizzare l’esperienza utente.

Quando una pagina cambia indirizzo o viene cancellata, un reindirizzamento assicura che chi prova ad accedervi venga indirizzato alla risorsa corretta, evitando interruzioni nella navigazione.

  • LIVELLO DI IMPORTANZA: CRITICO
  • IMPORTANTE PER: ACCESSIBILITÀ, MANTENIMENTO RANKING

Come implementare un Redirect senza perdere valore SEO

L’implementazione di un redirect dipende dal tipo di server, dominio e CMS utilizzato. Ecco i metodi più comuni:

Su WordPress:
Plugin gratis come Redirection o a pagamento come Yoast SEO Premium, Rank Math SEO Pro permettono di gestire i redirect senza modificare manualmente il server.

Su Wix:
C’è una sezione apposita di reindirizzamento nelle opzioni SEO, nella pagina di gestione del sito.

Su Apache (.htaccess):

Redirect 301 /pagina-vecchia https://www.tuosito.com/pagina-nuova

Su Nginx:

location /pagina-vecchia {
  return 301 https://www.tuosito.com/pagina-nuova;
}

Tipi di Redirect e il loro impatto sulla SEO

I redirect non sono tutti uguali. Ecco le principali differenze:

  • 301 – Redirect Permanente → Segnala a Google che la pagina è stata spostata definitivamente, trasferendo quasi tutta l’autorità SEO.
  • 302 – Redirect Temporaneo → Indica uno spostamento provvisorio, utile per test, ma non trasferisce link juice.
  • 307 – Redirect HTTP/1.1 → Versione aggiornata del 302, mantiene il metodo di richiesta originale.
  • Meta Refresh → Avviene a livello di browser, ma è meno efficiente per il SEO.

Interpellato a proposito del fatto se un redirect 301 sposti anche tutto il PageRank della pagina originale, John Mueller di Google ha dichiarato:

Non è tanto sapere se sposta tutto o una parte, ma che i vecchi link puntino a una nuova pagina giusta.

Ciò che Mueller dice, in sostanza, è che se una pagina non è sostituibile da una nuova adeguata (esempio: una nuova versione aggiornata), quella vecchia può essere lasciata cadere, generando un errore 404, che Google tratta come “pagina cancellata”. E che non dà veri problemi.

Tutto dipende dalla logica di navigazione del sito e dalla sua alberatura.

Errori comuni con i Redirect e come evitarli

Alcuni reindirizzamenti possono causare problemi critici e compromettere il rendimento di un sito web. Le catene di reindirizzamenti (redirect chain) si verificano quando una pagina A reindirizza a B, che a sua volta reindirizza a C.

Questo processo rallenta il crawling e disperde autorità SEO, rendendo più complessa l’indicizzazione.

Un loop di reindirizzamenti (redirect loop) si crea quando una pagina A reindirizza a B, che poi rimanda nuovamente a A, generando un ciclo infinito che blocca l’accesso.

Infine, i redirect di massa alla homepage, in cui tutte le pagine eliminate puntano alla homepage invece che a risorse pertinenti, possono essere interpretati da Google come un errore e portare a una perdita del valore della home, anziché il contrario.

Un redirect ben configurato migliora la navigazione dell’utente, mantiene l’autorità SEO, ottimizza l’indicizzazione e previene errori 404.

Ma va usato con criterio: una gestione errata può penalizzare il sito. Per garantire risultati ottimali, è importante monitorare, configurare e verificare i reindirizzamenti con attenzione.